…Ecco, il libro che avete tra le mani è un dono, un dono prezioso perché oralmente scritto da un uomo buono e generoso, virtù sempre più rare; un uomo che ama la sua terra, la grande terra di Langa e di essa ne conserva straordinarie testimonianze. Luigi Barroero, cantastorie, figlio d’arte, sa trasmettere la sua passione sulle piazze come sulle ormai rare balere, in osteria o nelle lunghe camminate della questua delle uova, in chiesa per un matrimonio o alla cena di leva. In fondo assolve ancora al ruolo sociale che per secoli ha contraddistinto la vera missione dei cantastorie e in epoche più remote dei menestrelli, dei troubadores, dei cantori.

La validità di questa operazione editoriale, voluta anche dall’insistenza dell’amico Piercarlo Grimaldi, sta proprio nel fatto che l’autore non vive chiuso in un nostalgico passato ma è in piena attività e tesaurizza nella maniera popolare storie, musiche, miti e riti.

Auspico che questo libro venga adottato nelle scuole di quel Piemonte collinare tra Langhe, Monferrato e Roero, perché la memoria si fortifichi tra le nuove generazioni. Auspico, altresì, che i giovani ritornino a cantare nei nostri paesi, un canto corale educato e non sguaiato. Se tra questi giovani qualcuno affinerà l’arte di suonare uno strumento, la passione di coinvolgere il gruppo e l’uditorio, la pazienza di memorizzare tempi, testi e tonalità, si riprenda con orgoglio la qualifica di cantastorie seguendo la strada di Luigi Barroero e dei tanti che l’hanno preceduto.