10 Racconti
"C'è nel libro di Silvano Drago una violenza trattenuta, sempre sul punto di esplodere, e poi sciolta immediatamente in dolcezza, in un'accettazione della vita, anzi della scommessa a vivere. In uno scrittore, già questo è un gesto di forza. In Silvano Drago la forza è ancora maggiore, una forza quasi smisurata. Perché lui, che si dichiara con ironia un carrozzella-dipendente, nella scommessa di vivere è dentro fino in fondo, con tutto il pathos che viene dalla infinite impossibilità, dal gioco crudele dei divieti che gli ha riservato il destino. La sua malattia agli impedisce molto, salvo le attività intellettuali e naturalmente emotive. E lo scrivere, anche se con fatica, con eroismo: che diventa la somma di tutto, il grido, la musica.
I racconti di questo libro ci parlano d'un mondo spesso troppo silenzioso, che vive a fianco del nostro e di cui ci ricordiamo comunque troppo poco. Un mondo dove ciò che dovrebbe essere normale è frutto di conquista, il mondo di chi misura rispetto agli altri una impossibilità fisica.
I personaggi che dicono io sono spesso condannati, come l'autore, alla carrozzella. Ma non solo. In un racconto come "Ritornando dalle vacanze estive" una situazione di normalità - anche se rincorsa - viene fatta esplodere da un nano, irridente e tenerissimo.
E sono proprio tenerezza e sarcasmo i colori più duttili della tavolozza di Silvano Drago. La sua scrittura non bada troppo al risultato di superficie, alla lindezza stilistico formale. Preferisce scavare, lasciarsi sorprendere e quasi travolgere, abbandonarsi ad uno scavo psicologico spesso feroce, quasi una sfida con la morte, per poi risolversi e chiudersi in quello che non è eccessivo chiamare una forma appunto di sfida metafisica, di corpo a corpo con il destino, chissà, di amore."